giovedì 28 ottobre 2010

Civiltà





La manipolazione del pensiero, sia collettivo che individuale, è una costante in tutte le società presenti in questo pianeta.
Esistono una quantità sproporzionata di informazioni, reperibili dappertutto, che inducono il singolo a pensare per se stesso. Modelli primitivi, egocentrici, aggressivi, sono continuamente gettati in pasto alle persone in modo che non si abbia una coscienza collettiva.
Senza questa coscienza le istituzioni, che si basano appunto sul senso della collettività, saranno destinate a morire per essere soppiantate da iniziative di singoli individui che si rivolgeranno ad altri singoli individui.
La chiamano in molti modi questa società : società aperta, multiculturalismo, libero mercato, civiltà globale. Tutti termini che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti e dei comportamenti.
Il termine adatto dovrebbe errere : MANIPOLAZIONE COLLETTIVA.

Rapporto numero 5 - Area 56

sabato 23 ottobre 2010

Libertà



Una tendenza molto diffusa su questo mondo è quella della classificazione delle persone.
La maggior parte del loro tempo libero, e non libero, l'umanità lo impiega a catalogarsi.
Ci si cataloga su tutto, sul modo di vestire, di mangiare, di rapportarsi, di pensare e via via dicendo.
Ogni motivo è valido per esprimere giudizi sulle persone, sia positivo che negativo.
Dov'è allora la libertà di esistere secondo propri convincimenti? Dov'è la libertà di non far parte di questo circuito pazzesco? Non esiste libertà, tutti devono partecipare alla grande festa, con baci, abbracci, giudizi profumatamente positivi e così si stilano classifiche. Gli altri, se vogliono, possono al massimo essere spettatori.
Un brutto spettacolo credetemi per chi osserva esternamente.
Forse che si professa davvero libero è perchè ha negato la libertà agli altri.

Pensieri per il prossimo rapporto - Area 56

martedì 19 ottobre 2010

Foresta di pietra



Un gruppo con le loro tute blu era intento ad eseguire dei lavori sulla strada.
Il sole era cocente tanto da rendere quei loro vestiti da lavoro fradici del loro liquido epidermico.
Facce sudate, occhi concentrati, braccia e gambe sempre in movimento.
Colori dei visi diversi fra loro, probabilmente appartenenti a razze terrestri differenti fra loro, ma di specie ancora differenti dalla gente che passeggiava contenta sulla strada.

Verso le ore tredici locali il gruppo si siede nell'unica zona d'ombra ridosso di un negozio. Seduti in terra iniziarono a consumare il loro nutrimento quotidiano fatto di pane con all'interno alimenti proteici.
" Ehi voi!, Non lì ! Spostatevi! Coprite la mia vetrina"
" Signore ci scusi, è l'unico posto riparato dal sole e vorremmo mangiare in santa pace questo misero panino"
" Allora andate da un'altra parte, io devo lavorare"
" Anche noi signore e poi il vostro negozio è già chiuso, giusto il tempo di finire la pausa, una mezzora soltanto, per favore"
" Extracomunitari delle balle! Sempre contro le regole, sempre i soliti. Seduti dove vi capita per la strada a romprere i coglioni alla gente che lavora. Adesso chiamo i vigili"

Il gruppo si alzò.
Mangiarono in piedi, sotto il sole, il loro pasto, come fanno i cani. ma i cani senza padrone, perchè gli altri, appena riempita la ciotola, ricevono una carezza.
Loro un padrone l'avevano, ma era lontano e aveva raccomandato loro di non volere grane, altrimenti li avrebbero rimandati al loro paese.
Non avere grane voleva dire, nessuna discussione con nessuno, bocche zitte, cucite.

Martin mentre con il piccone ricominciò a scavare pensava alle sue foreste verdi, gli animali liberi, l'ombra di un Baobab. ma doveva ancora vivere per qualche anno in quest'altra giungla per finire gli studi di medico.
Un domani avrebbe curato la sua gente e avrebbe contribuito alla costruzione di un nuovo ospedale nella sua città.
Per ora le sue braccia lavoravano in questa giungla di pietra.

Rapporto numero 4-Area 56

lunedì 11 ottobre 2010

Sesso e inferno




Eccomi in una verà città, non ne conosco ancora il nome ma ne inizio a sentire i forti odori fatti di kerosene e pasti mezzi consumati, cuoio ed escrementi in una miscela che sa di umanità terrestre.
Qui ci vivono circa un milione di persone, i due sessi sono ben distribuiti in percentuale, come del resto penso che sia in tutte le altre comunità urbane.
Mi infilo in un locale, la musica è assordante come il buio intorno la gente, dove non riesco a distinguerne i tratti caratteristici del viso.
Una donna mi si avvicina chiedendomi da dove vengo, da molto lontano donna.
E come dovevo chiamarla? Il suo nome non lo conoscevo, ma a quando pare non aveva molta importanza.
Fai il duro straniero, fammi vedere cosa altro sai fare.....e mi ritrovai in una stanza con pareti blu elettrico, elettrico come il corpo di lei.
50 euro straniero e ti farò vedere le stelle!
Beh, non era proprio questo che cercavo, io le stelle forse le conoscevo molto più di lei, ma misi la banconota sulla sedia, volevo vedere dove potesse arrivare.
Mi si avvinghiò ai pantaloni, me li strappo di dosso e rimasi  così di fronte a lei.
La vidi porgere le labbra in avanti in un gesto presumo di invito al sesso orale, stetti al gioco, del resto il sesso è universale e pare che anche qui si faccia allo stesso modo. Forse anche in qualche altro angolo della galassia si paga pure.
Mi venne in mente un passo di un libro molto letto riguardante una donna:
" Le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli"
Ma a me sembra che prima debbano passare per l'inferno della Terra.

Rapporto numero 3-Area 56

sabato 2 ottobre 2010

Una casa tranquilla



La vegetazione di questo pianeta è molto varia, cambia a seconda della posizione geografica. L'orbita fortemente ellittica e lo spostamento dell'asse del pianeta, permettono un variare delle stagioni molto netto e marcato.
Intorno a questo pianeta azzurro orbita un satellite che gli abitanti di qui chiamano Luna. Le sue dimensioni sono sproporzionate rispetto alla  funzione celeste che le è stata data, forse un caso unico in tutta questa galassia.
Promotrice di fantasie la Luna continua ad ispirare poeti e abitanti, decantandola in vari modi, menzionandola in molte poesie e canti e, cosa più importante, la nomea di fecondatrice.
E proprio al chiaror di Luna che in quella casa isolata una donna stava per partorire il suo primo figlio.
Aiutata da altre donne ( il genere femminile ) fra urla e pianti si sentì il primo vaggito dell'umano appena nato.

- Ci sono animali che mangiano i propri figli- Disse il padre a un amico, in quella che qui chiamano esternazioni confidenziali.
- Io non lo volevo, ma lei....-

La Luna immobile guardava la scena, il trascorere del tempo, gli anni che passavano, il padre furioso e la donna sempre più sottomessa per proteggere la sua creatura, ormai un bimbo di 6 anni.

Il coltello affondò in pieno petto con una forza quasi sovrumana. I rantolli del padre, il sangue su tutto il pavimento, il corpo che vibrava in attesa della morte.
Il bimbo con le mani sporche di sangue con un sorriso mentre diceva: dai papà, giochiamo ancora.
Il sogghigno della donna, stranamente, si poteva confondere con quella faccia piena, luminosa e misteriosa della Luna.

Rapporto numero 2-Area 56

venerdì 1 ottobre 2010

In mezzo alla pineta



Questo pianeta-pineta, dove le foglie sono aghi pungenti e la gente non sorride mai mi è ostile.
Così è finito il sogno di stanotte e il risveglio è stato con l'amaro in bocca e la testa in fiamme.
Inizio la giornata esplorando una delle loro città, visi informi e occhi gelidi mi osservano senza cura, senza nessun cenno di saluto. Occhi che camminano nel vuoto, come vuoto è il loro sguardo.
Discorsi astrusi, rumori assordanti, silenzi ancora più fastidiosi.
E' strano questo pianeta, dove ci dovrebbe esserci silenzio c'è rumore, dove il suono il silenzio.

Un vecchio chiede l'elemosina seduto sul coglio della strada, umida, sporca, piena di passi. Ci vede la sua vita in quel pezzo di marciapiede, una inutile porzione di strada calpestata dai più.

Non capisco, faccio fatica a decifrare questa società.
Meglio andare un po' più lontano e esplorare domani questo posto che tutti chiamano Italia ma che nessuno ama più.

Area 56